In ogni specie sono i solitari a tentare esperienze nuove.
Sono una quota sperimentale che va alla deriva.
Dietro di loro la traccia aperta si richiude…
Erri De Luca “Il peso della farfalla”, 2009
Affinché la traccia aperta non si richiuda:
PRESENTAZIONE di Giovanni Cutolo
Questa pagina vuole essere una presentazione e un omaggio alla persona Vittorio Guidano, rivolta specialmente a chi non l’ha conosciuto. La frase in esergo ci ricorda la difficoltà che un nuovo paradigma possa affermarsi nel mondo scientifico, come affermato da Thomas Kuhn (1962) e come sostiene più recentemente Riccardo Luccio (Legrenzi 2019, p.24): “la storia di una disciplina scientifica non è tanto una storia di progressive acquisizioni, quanto una storia discontinua di cambiamenti, a volte drammatici… è la storia di un qualcosa che prima non esisteva e ad un tratto ha iniziato a esistere …”.
Quando negli anni ’80 iniziai il training con lui, la prima impressione che ebbi fu la sensazione che quelle parole fossero preziose, non potevano esaurirsi nel breve spazio temporale compreso nel loro effimero suono. C’era in ogni frase, nella scelta dei termini, nei rimandi concettuali e bibliografici, una ricchezza di contenuti che si nascondeva dietro l’immediatezza, la chiarezza e la semplicità; e che rischiava di perdersi nella volatilità del suono delle sue parole. Vedevo improvvisamente i pazienti, le loro famiglie, i sistemi umani nei quali lavoravo, me stesso in terapia, in una luce completamente nuova; si aprivano mille sfaccettature, nuove prospettive, si generavano con naturalezza, possibilità di intervento impensabili fino a quel momento.
Fin dai primi incontri con Guidano sentivo che quello era un tesoro che non si poteva disperdere. Ed è stata poi, questa l’intuizione, ripresa nei contenuti de “La psicoterapia tra arte e scienza” nel 2008 e nell’opera successivamente intrapresa con Adele De Pascale “La struttura narrativa dell’esperienza umana”, di cui è uscito il primo volume nel 2019: quella di valorizzare questa capacità del Guidano orale di rappresentare l’immediatezza del suo pensiero, permettendo che la sua voce potesse scolpirsi nella carta, risuonare a lungo per quelli che non l’avevano conosciuto, e per quelli che, pur avendolo fatto, non l’avevano compreso o erano stati scoraggiati nella durezza dei suoi due libri, usciti in inglese per Guildford e successivamente tradotti in italiano.
Se vogliamo mantenere la distinzione che lo stesso Guidano fa tra oralità e scritturalità, come momenti diversi nello sviluppo filogenetico del genere umano, e del Sé nel corso del suo sviluppo, qui vediamo i due aspetti della sua personalità: nel Guidano ‘orale’ il calore, l’affettività, l’immediatezza di un pensiero ‘polifonico’ emotivamente fondato; nel Guidano ‘scritturale’ la ricchezza concettuale, la precisione, il rigore logico, la capacità di connettere autori e discipline tra loro non comunicanti.
A tanti anni dalla sua scomparsa, il resoconto del “Guidano orale” di cui qui diamo testimonianza, facilita per chi non lo ha conosciuto, la traduzione di un pensiero complesso, che porta in sé la cultura raccolta da molte discipline e molti autori, in una pratica che sconvolge i tradizionali approcci psicoterapeutici: basti pensare a come l’applicazione del modello delle quattro organizzazioni, nell’interazione con il paziente, riesca fin da subito a cogliere i suoi temi personali essenziali su cui lavorare e creare una realtà collaborativa nella quale la persona sente subito che il terapista “ti sa” (uso l’espressione di Guidano per dire che “ti sente, ti conosce tacitamente prima ancora di capirti”). I problemi teorici ed epistemologici che Guidano ha messo al centro della sua ricerca, finora poco dibattuti e poco conosciuti, stanno diventando oggi di attualità, e non solo nel mondo del cognitivismo. Mentre molti terapisti in tutto il mondo, sia nell’ambito privato strettamente psicoterapeutico, sia in contesti di tipo pubblico, lavorano utilizzando le sue rivoluzionarie idee, la produzione ufficiale non riesce a dar conto della ricchezza e della generatività delle sue proposte.
In questa sezione, dunque, alcune presentazioni della sua figura, fatte da suoi allievi, nonché resoconti della produzione “orale” del suo pensiero: conferenze, seminari, lezioni, interviste. Infine, alcune delle ultime formulazioni teoriche al convegno di Siena del 1998, come quella sulla psicosi su cui stava lavorando, incompiute a causa della sua improvvisa morte a Buenos Aires il 31 agosto 1999.
GUIDA
Nel sito, dopo due brevi presentazioni del “personaggio” Guidano, proposte da Álvaro Quiñones e Gherardo Mannino, sono riportati i suoi contributi (a partire dall’ultima intervista fatta pochi giorni prima della sua scomparsa).
Chi vuole conoscere Guidano in maniera “sequenziale” di tipo temporale, può iniziare da:
La conferenza del 1989 tenuta in Ancona: “ORIENTAMENTI RAZIONALISTI E NON RAZIONALISTI NELLA PSICOTERAPIA COGNITIVA”.
A seguire:
- PSICOTERAPIA COGNITIVA POST-RAZIONALISTA E CICLO DI VITA INDIVIDUALE (Follonica, 1991).
- COGNITIVISMO SISTEMICO POST-RAZIONALISTA E PSICOSI (Siena, 1993)
- LA PSICOTERAPIA COGNITIVISTA POST-RAZIONALISTA NEI SERVIZI PUBBLICI (Follonica, 1993)
- UNO SCHEMA COSTRUTTIVISTA DEI PROCESSI DI CONOSCENZA UMANA (1995)
A seguire gli altri articoli delineano gli sviluppi ultimi del modello post-razionalista, i tre interventi di Vittorio Guidano al VI Congresso Internazionale sul Costruttivismo in Psicoterapia Siena (2 – 5 settembre 1998);
CONVERSAZIONE CON VITTORIO GUIDANO di Alfredo Ruiz (agosto 1999).
Seguono poi le presentazioni dei QUATTRO “LIBRI ORALI” di Vittorio Guidano;
Il video di una intervista di Vittorio Guidano a una televisione cilena: “LA BELLEZA DEL PENSAR”.
ARTICOLI
Álvaro T. Quiñones Bergeret
Tra gli scritti che presentano e ricordano Vittorio Guidano questo di Álvaro Quiñones mi è particolarmente caro, riesce a dare un’immagine di lui molto viva e toccante.
G. Cutolo
VITTORIO F. GUIDANO: UN BREVE RITRATTO INTELLETTUALE
Questa presentazione di Vittorio Guidano, scritta da Gherardo Mannino, riassume in maniera esemplare e con una visione lungimirante gli aspetti centrali e le caratteristiche della personalità scientifica di Guidano.
Gherardo Mannino
CONVERSAZIONE CON VITTORIO GUIDANO – agosto 1999
A cura di Alfredo Ruiz (Direttore Istituto di Terapia Cognitiva – Santiago del Cile)
Traduzione dallo spagnolo curata da Gianni Cutolo
Sigrid Wever
Lichte Flächen, seit 2014
Tre interventi di Vittorio Guidano al VI Congresso Internazionale sul Costruttivismo in Psicoterapia
Siena 2 – 5 settembre 1998
Nei tre articoli che seguono sono raccolti gli interventi che Vittorio Guidano fece al VI Congresso Internazionale sul Costruttivismo in Psicoterapia, tenutosi a Siena dal 2 al 5 settembre 1998.
Chi vi ha partecipato sa che questo convegno rappresentò il momento più intenso e più bello del percorso scientifico di Guidano, che raccolse le figure più rappresentative del costruttivismo contemporaneo, come Maturana, Mahoney, Greenberg, Neimeyer, Villegas e molti altri.
In queste tre relazioni Guidano espone con la chiarezza e l’immediatezza del linguaggio parlato, e insieme il rigore e la precisione del linguaggio scientifico, tre delle questioni centrali che ancora oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, sono centrali nel dibattito psicoterapeutico: la processualità del Sé, la dinamica degli scompensi psicotici, la modalità di costruzione e di conduzione di una psicoterapia.
Queste relazioni danno un’idea del punto cui era arrivata la sua ricerca, purtroppo interrotta prematuramente dalla sua scomparsa nel 1999. In particolare la seconda, quella sulla psicosi, può considerarsi la “bozza” introduttiva di un progetto di ricerca post-razionalista sulla psicosi e sulla schizofrenia, che avrebbe dovuto vedere la luce in un libro non portato alla luce per la sua prematura scomparsa. In essa Guidano formula, in maniera ancora grezza, una ipotesi sulla genesi della psicosi che ha dato vita a una serie di ricerche e applicazioni assai produttive da parte dei suoi allievi. Ringrazio Mario Reda che mi ha fornito le registrazioni dei tre interventi.
G. Cutolo
1) SIENA 2-5 SETTEMBRE 1998
VI° CONGRESSO INTERNAZIONALE SUL COSTRUTTIVISMO IN PSICOTERAPIA
LA PROCESSUALITÀ DEL SÉ FRA CONTINUITÀ E DISCONTINUITÀ
2) SIENA 2-5 SETTEMBRE 1998
VI° CONGRESSO INTERNAZIONALE SUL COSTRUTTIVISMO IN PSICOTERAPIA
LA DINAMICA DEGLI SCOMPENSI PSICOTICI: PROCESSI E PROSPETTIVE
3) SIENA 2-5 SETTEMBRE 1998
VI° CONGRESSO INTERNAZIONALE SUL COSTRUTTIVISMO IN PSICOTERAPIA
PSICOTERAPIA: ASPETTI METODOLOGICI, QUESTIONI CLINICHE E PROBLEMI APERTI
ORIENTAMENTI RAZIONALISTI E NON RAZIONALISTI NELLA PSICOTERAPIA COGNITIVA
Questo seminario di Vittorio Guidano, tenuto all’Università di Ancona il 21 aprile 1989, chiarisce in maniera esemplare gli aspetti centrali del passaggio dal cognitivismo tradizionale, chiamato “razionalista”, che obbedisce a una logica empirica, lineare, al cognitivismo post-razionalista attuale. Entra in scena l’osservatore, cambia la concezione di realtà e con essa l’impostazione della psicoterapia. Guidano evidenzia qui anche le differenze con altri modelli come quello psicodinamico.
Ringrazio Bernardo Nardi che mi ha permesso di estrapolare l’articolo dal più ampio contesto rappresentato dalla pubblicazione “Vittorio Guidano e l’origine del cognitivismo sistemico-processuale”, atti di un convegno tenuto ad Ancona nel 2000, prima tappa di incontri dedicati a Vittorio Guidano e al post-razionalismo, che continuano a tenersi ogni anno alternativamente ad Ancona e a Siena e patrocinati dalle due Università grazie all’impegno dello stesso Bernardo Nardi e di Mario Reda.
PSICOTERAPIA COGNITIVA POST-RAZIONALISTA E CICLO DI VITA INDIVIDUALE
Questa è la trasposizione scritta di una conferenza che Vittorio Guidano ha tenuto il 19 aprile 1991, a Follonica (Grosseto), in un incontro pubblico con psicoterapeuti e operatori dei servizi di salute mentale.
Il testo propone gli elementi fondamentali del paradigma post-razionalista e l’applicazione alla psicoterapia, così come Vittorio Guidano se li rappresentava nel 1991, anno in cui veniva pubblicato negli USA il suo libro “The Self in Process. “Toward a Post-Rationalist Cognitive Therapy”. The Guilford Press, New York. Tradotto in Italia, edito Bollati Boringhieri nel 1992, col titolo “Il Sé nel suo divenire. Verso una terapia cognitiva post-razionalista”.
Il testo di questa conferenza era particolarmente caro a Guidano, al punto che era utilizzato come presentazione ai Corsi di Training e distribuito agli allievi. Tradotto in spagnolo, è stato pubblicato con il titolo “PSICOTERAPIA COGNITIVA POSTRACIONALISTA Y CICLO DE VIDA INDIVIDUAL” su “Revista de Psicoterapia”, XI, 41: 83-92.
LA PSICOTERAPIA COGNITIVISTA POST-RAZIONALISTA NEI SERVIZI PUBBLICI
Sbobinatura di un seminario sull’applicazione del modello post-razionalista nei Servizi Pubblici che Vittorio Guidano tenne a Follonica (Gr) il 15 e il 16 gennaio 1993. All’esposizione teorica segue la supervisione di un caso di psicosi ove si mostra chiaramente come l’utilizzo del modello post-razionalista permetta un particolare inquadramento del caso clinico e del processo terapeutico, discusso in maniera molto ricca nell’ultima parte dell’articolo.
COGNITIVISMO SISTEMICO POST-RAZIONALISTA E PSICOSI
G. Cutolo, V. F. Guidano
Questa relazione, presentata al 2° Convegno S.I.P.P.R. a Siena, 8-9 ottobre 1993, fu pubblicata su “Psicopatologia e modelli psicoterapeutici: la prospettiva relazionale” pag.93-97 a cura di G. Manfrida et al. Wichtig ed. Milano.
Rappresenta storicamente la prima riflessione teorica e clinica sulle possibilità aperte dal modello post-razionalista nella comprensione e il trattamento dei disturbi psicotici.
LIBRI ORALI
Guidano, V.F. (2008), Cutolo G. (a cura di). La psicoterapia tra arte e scienza. Franco Angeli, Milano.
Questo libro “parlato” da Vittorio Guidano è un reportage dal vivo e in diretta di un evento irripetibile, un training di formazione alla psicoterapia. L’idea mi era nata nel momento stesso che, allievo inesperto, ma colpito dalla pregnanza e complessità di quello che ascoltavo, mi ero reso conto che solo riascoltando il suo discorso più e più volte, come a sfogliarne i vari strati, riuscivo gradualmente a capire ed appropriarmi del contenuto. Sentivo pertanto la necessità di affidare ad un testo quanto svaniva nel breve tempo del suono della sua voce. In questo libro il linguaggio parlato riesce a essere più chiaro di quello dei libri “ufficiali” di Guidano dei quali non è un’alternativa ma una integrazione. La morte di Vittorio, privandoci della sua presenza concreta, che generava quei discorsi, ha giustificato questa impresa che è rivolta ai molti che lo hanno conosciuto e a coloro, più numerosi, che non hanno avuto questa possibilità. Il libro pertanto, con i diversi livelli di lettura che ho descritto nella prefazione (manuale di psicoterapia, descrizione di un training di addestramento, esposizione del modello post-razionalista, impostazione eto-antropologica del procedere terapeutico, descrizione del “personaggio” Vittorio Guidano) è anche un resoconto giornalistico fondato sull’immediatezza: il protagonista non sta parlando per un pubblico, sta cercando di farsi capire dai suoi allievi e in questa interazione spontanea nasce un nuovo livello di conoscenza e di chiarezza, quello del modello post-razionalista. E’ stato detto che la psicoterapia cognitiva è una “disciplina” dell’adattamento, che favorisce l’integrazione sociale: queste lezioni degli anni ’80, che descrivono il passaggio evolutivo da un modello cognitivo-comportamentale “classico” ad un modello cognitivista non razionalista, dimostrano come ci sia un’attenzione alla realtà, certo, ma a quella della persona. L’attenzione al soggetto ed ai suoi processi mentali non è un aspetto opportunistico o contingente di una tecnica psicoterapeutica, ma risiede nella primarietà della interdipendenza tra gli aspetti biologici (l’essere umano come primate) e quelli culturali (l’essere un primate parlante), tra processi esperienziali e processi riflessivi.
G. Cutolo
Guidano, V. F. (2007), Quiñones Bergeret, A. (a cura di). Psicoterapia cognitiva postrazionalista. Una ricognizione dalla teoria alla clinica. Franco Angeli, Milano.
Anche questo è un libro orale di Vittorio Guidano, trascrizione di un seminario tenuto in Cile nell’ultimo periodo della sua vita e che Álvaro T. Quiñones Bergeret ha brillantemente commentato, curando poi di far uscire una traduzione italiana. Qui Guidano ha di fronte “l’altro”, un pubblico numeroso ed eterogeneo cui deve dar conto della sua teoria cercando la maggiore chiarezza espositiva possibile pur nel distacco dovuto ai limiti insiti nell’interazione con gli ascoltatori. Se possiamo utilizzare le categorie guidaniane per fare un parallelo tra questo libro parlato e i libri teorici di Vittorio, potremmo dire che esso rappresenta “l’immediatezza della teoria”, ovvero il modo immediato, concreto, “popolare”, esposto come un “pensiero narrativo”, mentre i libri teorici rappresentano una costruzione teorica esposta con gli strumenti del “pensiero paradigmatico”, riflessivo. Le “organizzazioni di significato personale” sono in questo libro trattate con particolare profondità e leggerezza discorsiva, con molti esempi di casi clinici, di personaggi storici e, nel capitolo finale, con la supervisione di un caso. Oltre all’aspetto formale discorsivo che ne rende agevole la lettura, il libro ha il pregio di esporre, con il calore umano che poco traspare dagli scritti ufficiali di Guidano, gli ultimi approdi del modello post-razionalista e le intuizioni che Guidano non ha avuto il tempo di sviluppare. Nel libro c’è poi una seconda parte in cui Álvaro Quiñones integra con spiegazioni e riferimenti bibliografici accurati tutti gli aspetti teorici proposti da Guidano negli ultimi anni della sua vita: un lavoro fondamentale per chi vuole conoscere la profondità e la complessità conoscitiva che ha permesso a Vittorio Guidano di fondare un modello teorico seguito in tutto il mondo.
G. Cutolo
V. F. Guidano (2010), Mannino G. (a cura di). Le Dimensioni del Sé. Una lezione sugli ultimi sviluppi del modello post-razionalista. Alpes, Roma 2010.
Pubblicato nel 2010 a cura di Gherardo Mannino, questo libro è lo sbobinamento di una delle ultime lezioni di training di Vittorio Guidano, nel 1999. Vengono affrontati alcuni temi centrali del post-razionalismo, a partire dal tema del Sé e dei suoi confini, tra identificazione (confine interno del sé) e appartenenza (confine con l’esterno). Riguardo al confine interno, Guidano propone due categorie esplicative, la medesimezza (sameness) e la ipseità (selfhood), che riguarda l’articolazione dialettica tra ciò che è costante e ciò che cambia (cit. pag.9).
Sulla base di questa distinzione Guidano riprende il tema dell’auto-inganno e propone una concettualizzazione dello scompenso psicotico che, pur se embrionale, appare assai interessante sul piano della clinica e della psicopatologia esplicativa: ogni organizzazione di significato personale può scompensarsi secondo due direzionalità, una che tende a preservare il senso di continuità del sé (sameness), l’altro che si basa prevalentemente sul senso di discontinuità (selfhood) e dell’accadere “momento per momento”.
Ma gli spunti di riflessione non finiscono qui. Guidano, dopo aver approfondito la dialettica tra I e ME usando uno straordinario pezzo letterario di Borges, propone anche una seconda dimensione dei confini del Sé, quella rivolta all’esterno, introducendo la distinzione tra “campo-dipendenti” e “campo-indipendenti”, con le implicazioni relazionali che ne conseguono, ovvero una diversa “disposizionalità” nei confronti degli altri e del contesto.
Gherardo Mannino correda questa lezione di preziose note bibliografiche e di spiegazioni che permettono al lettore di inquadrare questo scritto nell’ambito di un open-ended process, qual è l’opera di Vittorio Guidano. Questo contributo di Guidano testimonia infatti delle possibilità euristiche che il modello post-razionalista offre sia ai clinici che operano sul campo sia ai ricercatori che non si spaventano a confrontarsi con discipline “di confine” che ampliano la comprensibilità dell’essere umano “normale” o nella fase di scompenso emotivo.
G.Cutolo
Vittorio F. Guidano. La struttura narrativa dell’esperienza umana. Un’ipotesi esplicativa della psicosi. Vol. 1-L’evoluzione dal cervello al Self. A cura di Giovanni Cutolo e Adele De Pascale Milano. Franco Angeli editore.
Negli ultimi anni della sua vita Guidano aveva aumentato il suo interesse per la psicosi, definita e considerata ancora nel messaggio di Jaspers inderivabile e incomprensibile, e nella pratica odierna una malattia da trattare quasi esclusivamente in termini farmacologici. Poco prima della sua morte aveva già pronto lo schema del libro che qui presentiamo, e confidava con discrezione, a chi gli era vicino, di aver trovato una chiave evoluzionista ed evolutiva per la comprensione dei disturbi psicotici. D’altronde già la sua precedente concettualizzazione delle quattro Organizzazioni di Significato Personale, permetteva un avvicinamento agevole al mondo della psicosi e dei disturbi di personalità, pur senza lavorare sul campo, ma solo nel suo ambulatorio privato, egli aveva una grande esperienza clinica maturata fin dai tempi dell’università, e misurava continuamente il suo modello post razionalista con le situazioni e i casi che gli allievi, che, come il sottoscritto, lavoravano quotidianamente con le psicosi, gli portavano in supervisione: i gruppi che faceva con gli ex allievi trattavano in gran parte questo tipo di casi. Partecipava poi ad incontri specifici sul tema proposti da un gruppo selezionato dei suoi allievi, il Gruppo Psicosi, tuttora attivo, che aveva ed ha ancora oggi lo scopo di stimolare la ricerca tramite la riflessione su esperienze concrete di casi difficili.
Guidano intende la psicosi come una particolare modalità di organizzazione dell’esperienza umana, che trova le sue radici nella difficoltà di restare collegati e coordinati col gruppo sociale di riferimento, il coordinamento consensuale, una forma di contestualizzazione della propria esperienza con gli altri. È una capacità che gli esseri umani hanno sviluppato nella filogenesi per migliorare, in un mondo di predatori, le possibilità di sopravvivenza, e nella ontogenesi per poter crescere in un ambiente familiare e sociale base sicura, mediato cioè dalle figure di attaccamento affettivo. Il coordinamento evolve poi attraverso lo sviluppo di capacità mentalistiche (mindreading e pretence) e successivamente con l’emergenza del linguaggio.
Con il linguaggio, e attraverso l’utilizzo delle capacità narrative, sviluppate con la scritturalità (literacy), la capacità/necessità di “rimanere legati al contesto” assume modalità di funzionamento più complesse, mettendo in risalto maggiormente gli aspetti individuali, soggettivi, di questa acquisizione intersoggettiva di collegamento cogli altri. In altre parole la complessità delle interazioni umane permette, grazie all’acquisizione del linguaggio, un nuovo e più efficace livello di collaborazione intersoggettiva. Il linguaggio permette anche una organizzazione sequenziale di ordinamento dell’esperienza personale, che crea uno spazio nuovo, interno alla persona, riflessivo, il quale segue regole differenti da quelle che permettono il collegamento col gruppo (da qui la possibile distinzione tra aspetto soggettivo e aspetto oggettivo dell’esperienza): un sé che cercherà di mantenere una sua unità, continuità e coerenza personale malgrado le perturbazioni ambientali. “Se la realtà in cui viviamo, dice Guidano nei primi capitoli del libro, è una realtà che noi auto-organizziamo, e dunque non esiste una realtà già data, il punto più importante per comprendere l’esperienza umana, è che dobbiamo allora porci il problema di come è fatta quest’esperienza e quali siano le sue caratteristiche. Questa è la base irrinunciabile dell’epistemologia evolutiva: ovvero noi non possiamo che partire dal fatto di considerare la qualità dell’essere umani: che tipo di animali siamo, perché siamo animali che hanno bisogno di avere un senso di sé, individualizzato e distinto gli uni dagli altri? Perché abbiamo bisogno di mantenerlo costante nel tempo? E quali sono le caratteristiche che definiscono il campo emozionale in cui compare questo senso di sé?… Nella storia dell’evoluzione umana, una novità evolutiva può emergere, inizialmente, come risposta a una necessità, a una contingenza molto limitata, molto settoriale. Gli sviluppi che questa novità emergente avrebbe potuto prendere, sono ampiamente imprevedibili all’inizio e dipendono unicamente dalla casualità: questo è il dato importante. Il linguaggio, nelle sue prime espressioni, è sorto come modalità di controllo delle dinamiche aggressive all’interno del gruppo, con una funzione di contenimento. È stato un pò l’equivalente evolutivo del grooming, dello “spidocchiamento” nei primati… Nessuno avrebbe mai pensato, quando il linguaggio è sorto, che avrebbe avuto le funzioni che ha assunto successivamente, fino a trasformare completamente non solo il mondo esterno, ma soprattutto quello interno, il senso di sé, la coscienza individuale.”
Non possiamo qui illustrare brevemente tutti i passaggi della costruzione guidaniana, che percorre parallelamente i due filoni, quello filogenetico e quello ontogenetico per arrivare a concepire la psicosi come una possibilità iscritta in questo percorso nel quale essa può essere uno dei possibili punti di arrivo: “Quando si è in una situazione di sovraccarico emotivo, di pre-attivazione emotiva di emozioni perturbanti, intense e incontrollabili, noi vediamo una specie di break-down, di dissolvimento della capacità di sequenzializzazione scritturale. L’individuo perde addirittura degli elementi come l’orientamento nel tempo e nello spazio, comunque perde questa capacità di sequenzializzare l’esperienza, perde soprattutto la distinzione fra interno ed esterno”. Per cui ad esempio ciò che viene percepito come esterno ed estraneo al sé, diventa qualcosa di non integrabile: il delirio o l’allucinazione.”
Il libro segue il percorso delle ultime lezioni e seminari di Guidano sul tema, con un’ampia premessa epistemologica, che ne presenta gli aspetti fondanti; essi sono integrati con i suoi appunti scritti in preparazione al libro che sarebbe dovuto uscire a breve; i due curatori ampliano quello che per lui era scontato e detto in poche righe, rimandando agli autori di riferimento, in particolare considerano quanto, nei venti anni successivi alla sua scomparsa, conferma il suo pensiero e rimane valido (quasi tutto) e quanto invece è cambiato: una bibliografia di circa 1000 autori. Il libro pertanto è anche un manuale di psicologia, psichiatria e psicoterapia sistemico-processuale, nel quale vengono considerate tutte le discipline che fondano in senso (post)moderno la complessità dell’esistenza umana, dalla paleo-antropolologia alla primatologia, dall’infant research alla teoria dell’attaccamento, dalla teoria della mente alla filosofia del linguaggio, dalla teoria dei sistemi complessi alle teorie evoluzioniste, dalle neuroscienze alla psicopatologia. I lettori vi troveranno documentate le basi per una nuova visione della psicosi, a partire dai fondamenti epistemologici evolutivi e sistemico-processuali: la nascita del linguaggio orale, poi di quello scritto, con la sua natura incerta e con la sua acquisizione problematica per riuscire a dar conto, della persona, dei suoi stati interni e della complessità delle emozioni; la natura metaforica dell’esperienza umana specie quando viene raccontata; la nascita della capacità di inganno e di auto-inganno, che apre ad una nuova concezione del sé e di una coscienza ed autocoscienza contemporanea soggetta a crisi lungo tutto il suo percorso di vita.
G.Cutolo